giovedì 1 luglio 2010

Piccola Città, Piazza Grande: Guccini incanta Modena.


Auschwitz, poesia di un moderno don Chisciotte, trascina il pubblico.

Modena, 30 giugno 2010 - Tutto esaurito a Modena in Piazza Grande al concerto organizzato per festeggiare i 70 anni di Francesco Guccini: 5500 i biglietti venduti ma tanti i fan che lo seguono fuori dalle transenne. Tra il pubblico in Piazza gli amici di sempre: Guido De Maria, papà di SuperGulp!, Franco Fini Storchi, con cui a sorpresa esegue Be-bop-a-lula, Carlo Petrini, fondatore di SlowFood e tanti altri.
Che colpo d’occhio Piazza Grande gremita con le mani alzate ad accarezzare parole scritte in cielo, libertà dal pregiudizio, libertà di pensiero, libertà!
Qui non ci sono né cinicicodardi, all’aurora siamo tutti pronti per rincorrere quel sogno di noi che è la vita che abbiamo davanti, tempo grato che scivola addosso e lascia ricordi, segni .. pagine piegate dentro il libro di racconti entusiasmanti, frasi in evidenza, la piega amara sul viso, un dito schiacciato quando ero bambina, il tuo raro sorriso.
Addosso quella quotidianità esclusiva: le festine di ieri, su e giù per i portici a guardare un negozio di dischi, l’elmo di Mambrino nella bacinella da barbiere, stoviglie color nostalgia, occasioni perdute: François tu canti francese perché l’italiano non ti basta.
Abbiamo vinto, abbiamo perso: vieni Sancho c’è ancora in cielo o in terra un luogo o un posto dove non soffriremo e tutto sarà giusto, anche se non sai illuderti risolleva da terra quella bandiera stanca e logora, non c’è più nessuno, solo tu puoi farlo.
E quando Auschwitz risuona sventola su Piazza Grande la bandiera della pace, consumata e irrealizzata, la dignità di una promessa e di un impegno che non possiamo lasciare cadere nel fango di tempi barbari. Io chiedo come può l’uomo uccidere un suo fratello … ancora e sempre cresce il vento della violenza: ci hanno tolto voce, cittadinanza e lavoro ma siamo ancora qui a non cedere il diritto di un figlio per un impiego, a scrivere parole di denuncia a prezzo della propria sicurezza, ad opporre conoscenza e coscienza al profitto rapace che innova ma non impara, senza capacità d’investire nel futuro.
Corre la storia senza fermarsi, la sua locomotiva è un cuore d’eroe sul letto quotidiano, ardente.
Uno, spregiatore d’orologi stava nel Tempio a dire/verrà distrutto/luogo meno adatto: vecchia la storia e nuova la scelta. Sfugge il Vangelo a chi lo porta e un dì verranno da Cuernavaca a dire: stare lieti a tavola!

Grazie Francesco!
Grazie Guido!

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